In gita al Planetario di Asiago
L’idea di andare in gita al planetario a osservare i corpi celesti può sembrare noiosa? Preferireste andare allo zoo? Invece vi assicuro che la gita al planetario di Asiago è stata entusiasmante!
L’idea di questa gita è nata dai professori di Scienze e di Italiano (Mr. Thun, Miss Ranz, Miss Gobbo e Mr. Ramagli) che hanno organizzato quella che viene definita una IDU (Interdisciplinary Unit), ovvero un’unità didattica focalizzata su un tema convergente tra le due materie. In questo caso specifico astronomia e fantascienza.
Nel pomeriggio siamo arrivati al planetario dove ci stava aspettando l’astronomo Paolo Ochner, dell‘Università di Padova. Qui abbiamo scoperto, che il planetario è di proprietà di questo ateneo.
Dopo qualche minuto all’esterno dove, oltre ad un cielo terso e magnificamente stellato, abbiamo potuto apprezzare anche un freddo polare, il dottor Ochner ci ha presentato “Copernico” un telescopio di dimensioni inimmaginabili con un diametro di 182cm, il più grande sul suolo italiano. Quello che mi ha colpito di più di questo telescopio e che è interamente controllato da un computer. Ad esempio basta dire “cerca Giove” e il computer si orienta automaticamente in direzione del pianeta e restituisce le immagini e i dati catturati direttamente su un monitor.
Poi il dottor Ochner ci ha fatto una breve presentazione su Giove. È stato incredibilmente affascinante e abbiamo scoperto delle cifre sbalorditive su questo pianeta: Giove infatti ha più di 90 lune ma Copernico, come la maggior parte dei telescopi, ne può vedere solo quattro, le più importanti e grandi. Ma a farmi girare la testa solo a pensarci è la dimensione di questo pianeta che può contenere addirittura 12 Terre!
Al termine di questa prima lezione abbiamo raggiunto l’albergo in centro ad Asiago dove abbiamo consumato una cena molto buona. Poco più tardi ci siamo ritrovati tutti nella sala conferenze dove il Prof. Ramagli ha organizzato una serata-cinema e abbiamo guardato un film bellissimo collegato alla unit di fantascienza: “The Martian” (Il tutto accompagnato da snack e dolcetti vari).
Per chi non l’avesse visto il film racconta la storia di un astronauta che, in seguito ad un incidente durante il quale viene creduto morto dal suo equipaggio, si ritrova solo sul Pianeta Rossa e qui cerca di sopravvivere ricorrendo agli espedienti più incredibili. Tutto questo per 549 sol, ovvero l’equivalente di 564 giorni terrestri su Marte.
La mattina seguente, dopo una lauta colazione dove abbiamo esaurito le scorte di viveri dell’albergo, siamo tornati al Planetario. Nel giardino, lungo un percorso da seguire a piedi, c’era una riproduzione del sistema solare in scala che rendeva con esattezza la proporzione delle enormi distanze siderali che intercorrono tra i vari corpi celesti.
L’astronomo poi ci ha condotto all’interno del planetario dove ha tenuto una interessante lezione sul Sole. Abbiamo scoperto che, per studiare il Sole, gli astronomi usano diversi filtri che consentono loro, ad esempio, di vedere da che elementi è composto. Per farlo devono cambiare dei filtri che colorano diversamente l’immagine a seconda degli elementi della tavola periodica presenti in quel punto dello spettro. Oppure esiste anche un filtro che rende il Sole grigio, in modo da poter rilevare le macchie solari senza danneggiarsi gli occhi.
Abbiamo anche imparato la differenza tra le comete e le stelle cadenti. In seguito abbiamo osservato le diverse macchie solari e l’astronomo ci ha spiegato come è possibile riconoscere le differenze esistenti tra queste.
Il Dottor Ochner ci ha anche mostrato degli strumenti che vengono utilizzati nel suo mestiere, tra cui anche dei siti dove si può caricare l’immagine di diverse stelle o del sole, per vedere i raggi ultravioletti presenti nei raggi della stella osservata.
La cosa più interessante, però, è stata guardare attraverso il telescopio Copernico e puntare le lenti filtrate verso il sole in una mattinata magnifica, perfetta per l’osservazione diurna della stella e di altri corpi celesti.
È stata un’esperienza favolosa perché siamo riusciti a capire come appaiono i corpi celesti nello spazio veramente e non solamente attraverso fotografie e ricostruzioni grafiche ma anche quanto può essere affascinante l’osservazione delle stelle con degli strumenti complessi come quelli che ci ha mostrato l’astronomo.
Spero quindi che questa possibilità verrà data anche a tutti i ragazzi che frequenteranno l’MYP1-3 nei prossimi anni. Ne vale veramente la pena!
Testo di Viola Tomaello, studentessa di MYP 3
Foto di Lucrezia Malenotti, studentessa di MYP 3