L’innovazione di un approccio millenario: l’utilizzo dei Seminari Socratici in PYP5
Chi avrebbe mai immaginato che una tradizione antica potesse prestarsi a innovare il modo in cui gli studenti parlano di letteratura.
In H-FARM International School, gli studenti del PYP5 partecipano settimanalmente a dei Seminari Socratici non solo per condividere i loro pensieri sui romanzi che leggono, ma anche per sviluppare quelle abilità che li aiuteranno a diventare dei buoni pensatori e dei buoni comunicatori.
Immagina di entrare in una classe di bambini di 10-11 anni seduti in due cerchi concentrici. Una studentessa seduta nel cerchio interno condivide un passaggio che l’ha colpita particolarmente del romanzo che l’intera classe sta leggendo. Quando ha finito, un altro studente interviene dicendo “Ho letto quel passaggio con una prospettiva diversa. Per me…” e continua con le sue impressioni. Uno degli studenti, il facilitatore della conversazione, poi chiede agli altri compagni nel cerchio interno: “Qualcuno ha un’opinione diversa?” In questo modo, gli studenti continuano per i successivi quindici minuti, condividendo i loro pensieri e costruendone di nuovi sulle idee degli altri, chiarendo ciò che pensano e persino concordando o dissentendo rispettosamente tra di loro.
Gli studenti della classe di Emma Holland stanno dibattendo su Il bambino con il pigiama a righe. Ti avvicini un po’ di più, curioso di sapere perché gli studenti nel cerchio esterno non stanno parlando e cosa invece stiano scrivendo. Leggi le loro note: “Ha fatto riferimento al testo per supportare la sua affermazione” e ancora “Ha portato la discussione a un livello più profondo” – “È rimasto sul tema” – Ha dato spazio agli altri – non ha parlato più di quanto fosse giusto” – “Ha riconosciuto le idee degli altri in modo rispettoso”.
All’improvviso, un campanello suona e il cerchio interno e quello esterno si fronteggiano a coppie. Ti rendi conto che il cerchio esterno sta ora fornendo feedback al rispettivo partner del cerchio interno, offrendo spunti e riflessioni non solo su come ha supportato il ragionamento, ma anche sulle abilità di discussione, su come ha sostenuto lo spirito del dialogo.
È a questo punto che ti rendi conto di non aver nemmeno fatto caso all’insegnante. Ti guardi intorno e vedi che è seduta fuori da entrambi i cerchi – è stata in silenzio per tutto il tempo. Solo alla fine chiama entrambi i gruppi e mostra quella che sembra essere una sorta di scherma articolato. Vedi che ha tracciato un flusso su come le idee rimbalzavano tra i vari studenti che hanno interagito e, aggiunge, commentando a voce alta agli studenti: “Sono molto orgogliosa di come tutti voi avete partecipato alla conversazione di oggi. Come sapete, sto tenendo traccia di chi parla e quante volte torniamo a voi nella conversazione. Tutti voi eravate molto consapevoli di dover condividere lo spazio di dialogo e attenti nel dare a tutti la possibilità di esprimersi. Non abbiamo avuto nessuno che è rimasto fuori da questa conversazione, né abbiamo avuto qualcuno che l’ha dominata”. Infine chiede: “Avete qualche riflessione sulla conversazione di oggi?”
Ti allontani lentamente dalla classe, scuotendo la testa incredulo mentre ripensi a come, a scuola, eri obbligato a rispondere sui libri che leggevi. Ti rendi conto che nella tua breve visita è successo quasi tutto il contrario di quello che ti aspettavi: l’insegnante era in disparte, in silenzio, mentre a guidare la conversazione erano gli studenti, utilizzando un approccio metacognitivo che li portava a concentrarsi non solo su cosa stavano effettivamente dicendo, ma su come stavano interagendo tra loro e su come supportavano le loro idee.
È chiaro che non avevano passivamente assorbito il tipo di linguaggio accademico che hai sentito usare. Lungo le pareti della classe c’era la prova che avevano fatto molta pratica nel costruire un linguaggio ricco, “pensante”. Sbirciando sopra le spalle degli studenti, hai visto che i loro quaderni erano pieni di annotazioni di parole preziose, come illustra, rappresenta, esagera… e frasi introduttive che potevano usare per incorniciare i loro pensieri: “Una connessione che vorrei fare…” o “È stato un po’ confuso quando…”.
Sorridi a te stesso mentre riconosci l’ironia. Sei venuto in H-FARM aspettandoti di trovare approcci di apprendimento nuovi e ispirati – e stai andando via soddisfatto da quello che hai visto. Non eri preparato al fatto che quelle tecniche tanto innovative potessero arrivare da 3000 anni fa.