L’Italia attraverso i nostri occhi

Una mostra che racconta molto più di ciò che si vede
Questo progetto non è nato tutto in una volta.
È cresciuto nel tempo, come succede quando la cultura diventa dialogo. Un dialogo tra voci diverse: tra chi in Italia ci è nato e chi la sta conoscendo per la prima volta. Tra storie personali e memorie collettive.
Italy Through Our Eyes ha preso forma tra le pareti delle classi, certo, ma anche fuori: nei corridoi, nei laboratori, durante le uscite, nei momenti di osservazione silenziosa e nei confronti accesi.
È il frutto di un percorso dove l’arte non è stata solo espressione creativa, ma uno strumento per capire, connettere, riflettere. Un modo per unire background differenti attorno a una stessa domanda: che cosa ci racconta davvero il nostro sguardo sul mondo che ci circonda?
Gli studenti hanno esplorato la cultura italiana non come spettatori, ma come protagonisti attivi. Chi la conosceva già, l’ha riscoperta. Chi la stava scoprendo, l’ha osservata da angolazioni inaspettate. Tutti, in modi diversi, l’hanno abitata con attenzione e curiosità.
Hanno sperimentato tecniche, cercato simboli, interpretato gesti e rituali, cucendo insieme pezzi di vissuto e immaginazione.
Proprio da questo sguardo plurale è nata una grande risorsa: la possibilità di raccontare l’Italia attraverso prospettive diverse, spesso sorprendenti.
Per qualcuno è stato un viaggio dentro le proprie radici. Per altri, un modo per sentirsi parte di qualcosa di nuovo. Per tutti, un’occasione per fermarsi, osservare e chiedersi:
Cosa significa “appartenere a un luogo”? Quali simboli ci rappresentano davvero? Che ruolo ha la memoria? E come possiamo raccontarlo?
Il progetto ha attraversato l’anno scolastico come un filo conduttore. È stato un viaggio educativo, creativo e identitario che ha messo in dialogo discipline e linguaggi diversi.
Ogni classe ha sviluppato il proprio percorso in modo autonomo e originale, scegliendo temi, tecniche e formati coerenti con le proprie riflessioni.
C’è chi ha indagato i paesaggi, chi le tradizioni popolari, chi i gesti quotidiani, l’architettura, i rituali collettivi. C’è chi ha disegnato, chi ha dipinto, chi ha fotografato, chi ha costruito. Nessuna opera è stata solo un esercizio: ogni lavoro è stato un atto di comprensione.
A rendere possibile tutto questo è stato anche l’impegno profondo dell’insegnante, Miss Denisse Schlack Silva.
Il suo ruolo non è mai stato quello di fornire risposte, ma di generare domande. Ha progettato contesti, fatto emergere connessioni, accolto intuizioni, sfidato visioni preconfezionate. Ha lasciato spazio all’imprevisto e trasformato gli errori in occasioni di crescita.
Il risultato è una mostra che raccoglie una pluralità di linguaggi e punti di vista. Un mosaico ricco, stratificato, non lineare—proprio come è la cultura.
Le opere esposte sono sia individuali che collettive, perché anche la dimensione del “fare insieme” è stata centrale: apprendere, in questo contesto, ha significato anche ascoltare l’altro, mettere in comune il proprio sguardo, costruire un significato condiviso.
Artigianato, territorio, memoria
Un altro elemento prezioso del progetto è stato il coinvolgimento di realtà esterne che hanno arricchito il percorso con il loro sapere, la loro esperienza e la loro generosità.
Tessitura Luigi Bevilacqua, in occasione dei suoi 150 anni di storia, ha donato al progetto cinque tessuti originali, condividendo con la nostra comunità il valore dell’artigianato, della qualità, della tradizione tessile veneziana. Un gesto di grande apertura, che ha permesso agli studenti di toccare con mano una parte autentica della storia materiale del territorio.
Allo stesso modo, Grafiche Tintoretto ha contribuito documentando fotograficamente l’intero processo creativo. Il loro sguardo ha colto non solo i prodotti finali, ma i momenti di passaggio: le mani sporche di colore, le pagine piene di schizzi, i volti concentrati. Perché l’apprendimento non accade solo nel risultato, ma soprattutto nel “mentre”.
Arte come strumento per capire il mondo
Italy Through Our Eyes non è semplicemente un’esposizione di lavori scolastici. È una mappa visiva di un anno di domande, di esplorazioni, di scelte.
È la prova concreta che l’arte può essere uno strumento potente per leggere il mondo e per raccontare chi siamo, da dove veniamo e cosa ci lega agli altri.
In un tempo in cui tutto sembra correre veloce, questa mostra ci invita a rallentare, a osservare, a prestare attenzione ai dettagli.
A vedere, veramente.