Parole che Creano Mondi: La storia di Giulio
Alcune storie iniziano in silenzio, con un compito in classe, un foglio bianco e uno studente che ancora non sa di cosa è capace.
È cominciata così anche per Giulio, il cui tema “La peste a Venezia” è stato premiato al concorso letterario “In Viaggio”, organizzato dall’Associazione Culturale Il Sogno di Giulietta nel Verbano.
Quello che all’inizio era un semplice esercizio di scrittura, proposto durante le lezioni di italiano dalla Prof.ssa Boarato, si è presto rivelato un testo capace di unire immaginazione, sensibilità e rigore linguistico.
“Era un compito in classe,” racconta Giulio, “scritto in tre ore, compresa la bella copia. Non pensavo che avrebbe avuto tanto successo, ma l’idea mi ha entusiasmato fin dall’inizio. Ho voluto scrivere un testo soprattutto descrittivo, che creasse un’atmosfera immersiva.”
Il racconto restituisce immagini vivide di una Venezia colpita dalla peste, una città sospesa tra paura e bellezza. Ma oltre all’ambientazione storica, ciò che colpisce è la voce di Giuli, attenta, matura e sorprendentemente profonda.
Alla domanda su dove sia nata la sua passione per la scrittura, Giulio risponde con sincerità:
“Mi piaceva scrivere, ma non come adesso. Quella mattina ho iniziato il tema in silenzio, senza immaginare cosa sarebbe diventato. La passione è arrivata dopo. Penso che la scrittura descrittiva sia la forma più vicina alla poesia e la poesia è una delle più grandi espressioni dell’intelligenza umana. Non è stato facile per me scrivere poesie, quindi ho iniziato a esprimermi attraverso la prosa.”
Anche se il testo è nato interamente dalla sua mano, Giulio riconosce il sostegno discreto della sua famiglia:
“L’ho scritto tutto da solo,” racconta con orgoglio. “Poi mio padre mi ha convinto a partecipare a dei concorsi, in realtà a due. Mia madre mi ha aiutato anche lei, ma in modo diverso: preferiva lasciarmi scrivere liberamente e leggere solo dopo. È stata più che altro un sostegno emotivo.”
Attraverso questa esperienza, Giulio non ha soltanto affinato la tecnica, ma ha scoperto anche il valore del confronto con gli altri:
“Ho letto i testi di altri concorrenti e ho imparato nuovi stili e tecniche di scrittura. È stato molto interessante, perché mi ha permesso di condividere idee ed emozioni.”
“La peste a Venezia” non nasce con l’intento di insegnare una morale, ma con quello di far vivere al lettore un’esperienza sensoriale.
“Il mio obiettivo non era trasmettere una lezione,” spiega Giulio, “ma permettere al lettore di vedere e sentire l’atmosfera del racconto, di farsi un’immagine nitida di ciò che stava leggendo.”
Da questa esperienza, Giulio porta con sé una lezione che va ben oltre la scrittura:
“Ogni volta che ti dedichi a qualcosa, il tempo che ci metti, l’impegno che ci metti, prima o poi ne vedrai i frutti. E anche se non arrivano subito, resterà la consapevolezza di averci lavorato davvero, di essere migliorato. Una delle cose più importanti che ho imparato è essere orgoglioso di me stesso.”
La storia di Giulio ci ricorda che, a volte, le parole più potenti nascono proprio da un momento tranquillo in classe, quando uno studente trova non solo le parole giuste, ma anche il proprio modo di guardare il mondo.