Suzanna Tangen in visita a H-FARM Rosà: un confronto su inclusione e resilienza

Suzanna Tangen in visita a H-FARM Rosà: un confronto su inclusione e resilienza

Una bici diversa per correre la stessa gara. Un sogno che non si è fermato. Una corsa iniziata in salita, con una sfida fisica che avrebbe potuto mettere il punto. Ma Suzanna Tangen ha scelto di riscrivere il suo percorso, trovando nello sport non solo una passione, ma una strada per raccontarsi e ispirare. A H-FARM International School Rosà, la sua storia ha dato il via a una discussione molto importante: cosa significa includere davvero, ogni giorno? Come si coltiva la resilienza e dove nasce la consapevolezza di sé?

Suzanna Tangen, atleta paralimpica pluripremiata, ha affrontato sin dall’infanzia importanti sfide legate alla salute. Un’infiammazione al midollo spinale le ha causato un indebolimento permanente degli arti inferiori. Da lì è iniziato il suo percorso nello sport adattato, che l’ha portata a scoprire nel paraciclismo non solo una disciplina, ma una vera vocazione.

Durante l’incontro, Suzanna ha raccontato con grande apertura il proprio cammino, parlando non solo delle difficoltà fisiche, ma anche delle battaglie interiori che ha dovuto affrontare. Ha spiegato come lo sport sia diventato per lei un’àncora: una fonte di motivazione, fiducia in sé e legami profondi. Il suo racconto ha offerto agli studenti un momento importante di discussione su cosa significhi, nella vita reale, perseverare e includere.

Momenti di riflessione per ripensare l’inclusione

Gli studenti e le studentesse le hanno rivolto domande sul suo allenamento quotidiano, su come trova la forza di andare avanti e su com’è viaggiare per il mondo da atleta paralimpica. Il dialogo si è presto trasformato in un momento di riflessione condivisa sui valori vissuti. Quando uno studente ha chiesto come aiutare un compagno con disabilità durante l’ora di educazione fisica, la conversazione si è spostata su cosa significhi costruire un ambiente inclusivo nella nostra quotidianità. Un altro studente ha voluto sapere quali Paesi Suzanna ha visitato e in che modo le differenze culturali emergano nelle gare internazionali. La sua risposta ha aperto un confronto più ampio sul rispetto, sull’adattabilità e sull’importanza di mantenere una mentalità aperta quando si lavora con persone provenienti da altre parti del mondo.

Al termine dell’incontro, la classe si è presa del tempo per riflettere annotando e scrivendo nei loro diari personali delle riflessioni personali. Gli insegnanti li hanno incoraggiati a non limitarsi a riportare quanto ascoltato, ma ad approfondire ciò che avevano provato, i pensieri e le idee che ne erano scaturiti. Alcuni hanno descritto obiettivi personali su cui desiderano lavorare, altri hanno riflettuto su come essere più solidali nella vita di tutti i giorni, tendendo la mano a un amico in difficoltà o proponendo un’iniziativa a favore dello sport adattato. Il momento della scrittura ha permesso a ciascuno di interiorizzare l’esperienza in modo personale e autentico.

L’incontro con Suzanna è stata un’occasione per interrogarsi su come ci relazioniamo agli altri e su quali valori desideriamo portare con noi nel nostro percorso. «Portare in aula voci come quella di Suzanna trasforma l’apprendimento in un’esperienza viva», ha commentato Edoardo Zonta, insegnante di educazione fisica. «Non si tratta solo di ascoltare una storia: è un’opportunità per aiutare i ragazzi a crescere come persone consapevoli, capaci di agire e guidare con integrità.»

Un impegno che continua

Eventi come questo non producono cambiamenti immediati, ma lanciano delle sfide. Creano spazio per far crescere la curiosità, l’empatia e la consapevolezza di sé. Ed è proprio lì, spesso, che nasce l’apprendimento più profondo: non da un gesto clamoroso, ma da una domanda sincera, una risposta onesta e il tempo per rifletterci davvero.

L’incontro con Suzanna Tangen ha rappresentato un’altra tappa significativa nel percorso che la nostra scuola porta avanti da tempo sui temi dell’inclusione e della consapevolezza. Un cammino fatto di ascolto, confronto e azione concreta.

Tra le esperienze che hanno segnato questo impegno, vale la pena ricordare anche il progetto Design for Someone, che ha visto gli studenti impegnati nella creazione di soluzioni per persone con disabilità, unendo empatia, creatività e responsabilità. Leggi l’articolo dedicato per scoprire come è nato e cosa ha significato questo percorso per chi lo ha vissuto.

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