“Be safe online, avoid cyberbullies.”
Con queste parole si chiude il progetto di Andy, studente della PYP, che ha deciso di affrontare uno dei temi più urgenti e complessi della nostra epoca digitale: il cyberbullismo.
Il suo messaggio è semplice, ma potente. Dietro quelle poche parole c’è un percorso di consapevolezza e ricerca, in cui Andy ha imparato come e perché alcune persone scelgano di usare Internet per ferire gli altri. Ha analizzato le strategie dei cyberbulli, i motivi che li spingono a farlo — spesso per sentirsi forti o per nascondere la propria tristezza — e ha scelto di non rimanere in silenzio.
“Non voglio pentirmi di aver fatto del male a qualcuno,” dice. Da qui nasce il suo progetto: un invito a riflettere e a proteggere se stessi e gli altri online
Un problema reale, che inizia presto
Il cyberbullismo non è un fenomeno marginale. Secondo i dati UNICEF, oltre 1 adolescente su 3 ha subito cyberbullismo, e molti bambini sperimentano insulti o esclusioni online già durante la scuola primaria.
Le conseguenze? Ansia, isolamento, perdita di autostima, difficoltà scolastiche — effetti che possono durare a lungo e compromettere la crescita emotiva dei più giovani.
Per questo, è fondamentale parlare di rispetto online già da piccoli, aiutando i bambini a riconoscere i comportamenti sbagliati e ad agire in modo consapevole. Il progetto di Andy va esattamente in questa direzione.
Un piccolo progetto, un grande messaggio
Attraverso immagini, parole e messaggi chiari, Andy ha trasformato il suo progetto in un vero strumento educativo, capace di sensibilizzare compagni e adulti. La sua scelta dimostra che non è mai troppo presto per affrontare argomenti importanti, e che anche i più giovani possono contribuire a costruire un web più sicuro e rispettoso.
Il suo messaggio finale resta impresso: “Be safe online.”
Perché navigare in rete deve essere un’esperienza positiva, libera da giudizi e paure — e questo cambiamento inizia proprio da qui.
