Piccole ricercatrici, grandi domande: l’indagine sui diritti delle donne parte dalla scuola primaria

Piccole ricercatrici, grandi domande: l’indagine sui diritti delle donne parte dalla scuola primaria

Hai mai pensato che fosse tutto giusto… finché non hai guardato un po’ più da vicino?

“All’inizio pensavamo che uomini e donne fossero trattati allo stesso modo. Poi abbiamo scavato più a fondo.”
A parlare è Giorgia, 11 anni, studentessa della PYP 5. Con il suo gruppo, ha scelto di affrontare un tema tanto complesso quanto necessario: i diritti delle donne. Quello che è iniziato come un’unità di indagine si è trasformato in un’esperienza di scoperta, riflessione e consapevolezza.

Durante la loro ricerca, le studentesse e gli studenti hanno approfondito le differenze di genere ancora presenti nella nostra società. Hanno analizzato esempi attuali di disparità — nei salari, nella rappresentanza politica, nell’accesso all’istruzione in alcune parti del mondo — e li hanno collegati alla storia dei movimenti femministi.
La scoperta più scioccante per Giorgia? Che molte disuguaglianze sono invisibili se non si osserva con attenzione. “In superficie sembra che sia tutto uguale… ma se guardi meglio, capisci che non è così,” racconta.

Una lotta ancora attuale

I dati lo confermano: nel 2024, le donne nel mondo guadagnano in media il 20% in meno rispetto agli uomini per lo stesso lavoro. Solo il 28% dei parlamentari a livello globale sono donne, e in molti Paesi l’accesso a diritti fondamentali come l’istruzione o l’autodeterminazione è ancora limitato.
Nonostante i progressi degli ultimi decenni, la parità è lontana dall’essere pienamente raggiunta — e la generazione di Giorgia lo sta già capendo.

Un poster per raccontare un messaggio forte

Per condividere il loro messaggio, il gruppo ha realizzato un poster che vuole essere, nelle parole di Giorgia, “un invito a non fermarsi, perché ci sono ancora molti diritti da conquistare.”
È un progetto semplice nell’aspetto, ma potente nel contenuto: immagini, parole chiave e simboli che parlano di uguaglianza, forza e determinazione.

L’importanza di sentirsi parte di un cambiamento

Alla fine, ciò che resta non è solo un lavoro ben fatto, ma la consapevolezza di avere una voce — anche a 11 anni. “La parte più bella è stata presentare. Siamo fiere di quello che abbiamo fatto”, dice Giorgia sorridendo.

Il progetto del gruppo è un esempio perfetto di come anche nei primi anni della scuola si possano affrontare temi profondi con spirito critico, empatia e voglia di cambiare le cose.
Perché la lotta per l’uguaglianza non ha età. E comincia proprio da qui.

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